martedì 16 novembre 2010

A Domenica , mia moglie , ti giunga prima di tornare , perch tu sappia che torneremo.

Adorare stanca ed ora esausto t'amo che avevo 86 anni.
Te amore mio capirai poco e sempre meno
eppure per me  , ora  è tutto chiaro:
vedessi meno amaro come ora vedo io
potessi intuire questo guizzo d'assoluto
che non ho mai sospettato  , prima ,
quando ero definito
accanto  , come marito.
Pensa che morire non è niente di particolare
è un gesto smaliziato  , come  camminare
poi , amore mio , t'accorgi d'esser stato
ti passano gli anni  coi sapori
tutti sul palato
senti che il finale è quello giusto
anche se adesso a te
pare paradossale
inautentico , da maledire.
Ti immagino a secernere dolore con tutto quel silenzio da gestire
con tutti quei ricordi da spalare
e neanche uno sbadiglio di clamore
ma tu non criticarla questa fine censurata
la vita ci si avvita alle ginocchia
ci rende meno agili  e felici
e quando capisci che va bene
che tutto questo male non è male
ma il semplice decorso di un ricordo
ti trovi a benedire
perfino il tuo dolore.
Con tutta questa sete e questa fame
potremo un giorno ancora divenire,
divertirci  , di essere stati
di essere dei gesti , anfibi corazzati ad un evento
la ricordo , di sbiego  , mi pare
si chiami vita...
non finisce , neanche ora che  è finita.

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