Tu decidi a cosa giocare, lo fai pregandomi silenzio con un dito tabaccaio alle labbra
reciti bene la parte dell'anno passato, m'hai detto chiasso e schiaffo
per una richiesta di potere
macchina d'osso t'ho detto troppo catechismo
(le tue unghie ridevano , macchiate del mio soffocare)
avrei voluto impararti a morire : per vivere c'è tempo , otto ore;
e mi hai piazzato al miglior offerente ,schiuso aquiloni parziali solo per lasciarti cadere
mentre la tua cosmesi è volare
ora, contumace,mi chiedi solo di parentele
potessi raccontarti cosa diavolo ho scovato
nel quaderno impreciso di un solco di viso
potessi farlo di soppiatto
mentre ti grido ad un orecchio il mio silenzio intatto.
giovedì 31 marzo 2011
lunedì 21 marzo 2011
Istante Cagata : un approccio filosofico
Il momento della defecatio è da sempre parte integrante dell'antroposofia umana: un atto quotidiano e ripetitivo che pure riveste estrema importanza per la sua ritualità con i significanti che essa stessa comporta , un trattato , seppur minimo , che ne scandagli e ne chiarifichi l'episteme è quantomeno attuale e necessario .
Se è vero che la cagata , ontica per sua natura , ha di certo una valenza prettamente fenomenica , l'atto del cagare è invece Rito antropologico : tutti noi occidentali (in questa sede tralasceremo il mondo orientale ed esotico) sistemiamo i pantaloni , ci accucciamo sulla tazza , aprimo forse il nostro fumetto o il nostro libro preferito e sganciamo alcune scorreggie di avvertimento : ecco che l'estraneazione si fa corpo , l'atto diventa assenza , viviamo una separazione mistica dal presente e ci concentriamo sull'escremento-atto (che nell'etimo è cio' che si separa) per toglierici dal quotidiano in un approccio verosimilmente di perdita dell 'Hic et Nunc : nell'istante della scesa stonzatoria siamo liberi poichè totalmente privi di doveri e di tempo : fatto unico , forse compenetrato e vicino all'orgasmo (confronta beata Ludovica Albertoni).
Se nell'istantaneità proviamo dunque orgasmo e assenza ,nel" subito dopo" siamo riportati alla realtà da schizzi di acqua che bagnano il culo , schizzi , il più delle volte sollevati dalla caduta dirompente dello stonzo , un trauma , una sensazione di schifo , che paradossalmente ci mette terrore più che il gesto stesso della fuoriuscita (poichè praticato nell'assenza) , il culo bagnato di piscio e acquone marrone ci conduce al termine del tunnel e ci riporta alla crudezza del fenomeno : ci dobbiamo pulire il culo (ecco prepotente il quotidiano in una accezione vessatoria), dobbiamo riporre le nostre letture , strappare la cartaigienica e predisporla in maniera efficiente a che residui di merda non ci sporchino le mani : l'assenza di assenza ci conduce al dovere , a poco servono le scorreggie di assestamento post defecatio : fuori il mondo ci attende con la sua tirannia.
E' dunque palese come si configuri un elemento nel cagare di "Tempo" (nell'accezione stoica , e non del Tempo Kronos) : una baldanzosa istanteria ed istantaneità che fanno della cagata una SOSPENSIONE del reale.
Diarrea , colite ,emorroidi : il tempo infinito nel dolore eterno
Se una sana defecatio , come detto , è mistica quotidiana , rito , sospensione del reale , una cagata di tipo diarroico con sprazzi colitici o emorroidali hanno un effetto opposto.
L'elemento DOLORE , infatti , collassa la linea degli accadimenti : una seduta di diarrea seppure travolgente nel senso del tempo ci sembra infinita : qui il gioco è nelle mani dell'assenza di piacere : i crampi dovuti a bicchierate di latte gelido o a vino ingerito in quantità industriali fanno sussultare il nostro colon , con squarci di iper - vita : ecco che giungono prepotenti i ricordi della cattiva alimentazione ,del freddo , del mascarpone avariato ; ecco i propositi di dieta bilanciata a base di riso , le promesse di astemia forzata - siamo nelle mani di un desiderio di Condotta - altra , siamo nelle regole siamo - ancora e più decisamente nel REALE , i dolori tipo martora partoriente ci ricordano che siamo fragili , momentanei , anche le letture (tanto amate in condizioni "normali") si fanno impossibili , leggiamo male e sempre la stessa riga (l'elemento preghiera , con la sua ripetizione si fa vivido) , apriamo l'acqua del bidet per deamplificare il tuono sconnesso che ci esce dal culo (lontananza uditiva come assenza di dolore);
il post diarrea è - se possibile - ancora peggiore.
Se è vero che la cagata , ontica per sua natura , ha di certo una valenza prettamente fenomenica , l'atto del cagare è invece Rito antropologico : tutti noi occidentali (in questa sede tralasceremo il mondo orientale ed esotico) sistemiamo i pantaloni , ci accucciamo sulla tazza , aprimo forse il nostro fumetto o il nostro libro preferito e sganciamo alcune scorreggie di avvertimento : ecco che l'estraneazione si fa corpo , l'atto diventa assenza , viviamo una separazione mistica dal presente e ci concentriamo sull'escremento-atto (che nell'etimo è cio' che si separa) per toglierici dal quotidiano in un approccio verosimilmente di perdita dell 'Hic et Nunc : nell'istante della scesa stonzatoria siamo liberi poichè totalmente privi di doveri e di tempo : fatto unico , forse compenetrato e vicino all'orgasmo (confronta beata Ludovica Albertoni).
Se nell'istantaneità proviamo dunque orgasmo e assenza ,nel" subito dopo" siamo riportati alla realtà da schizzi di acqua che bagnano il culo , schizzi , il più delle volte sollevati dalla caduta dirompente dello stonzo , un trauma , una sensazione di schifo , che paradossalmente ci mette terrore più che il gesto stesso della fuoriuscita (poichè praticato nell'assenza) , il culo bagnato di piscio e acquone marrone ci conduce al termine del tunnel e ci riporta alla crudezza del fenomeno : ci dobbiamo pulire il culo (ecco prepotente il quotidiano in una accezione vessatoria), dobbiamo riporre le nostre letture , strappare la cartaigienica e predisporla in maniera efficiente a che residui di merda non ci sporchino le mani : l'assenza di assenza ci conduce al dovere , a poco servono le scorreggie di assestamento post defecatio : fuori il mondo ci attende con la sua tirannia.
E' dunque palese come si configuri un elemento nel cagare di "Tempo" (nell'accezione stoica , e non del Tempo Kronos) : una baldanzosa istanteria ed istantaneità che fanno della cagata una SOSPENSIONE del reale.
Diarrea , colite ,emorroidi : il tempo infinito nel dolore eterno
Se una sana defecatio , come detto , è mistica quotidiana , rito , sospensione del reale , una cagata di tipo diarroico con sprazzi colitici o emorroidali hanno un effetto opposto.
L'elemento DOLORE , infatti , collassa la linea degli accadimenti : una seduta di diarrea seppure travolgente nel senso del tempo ci sembra infinita : qui il gioco è nelle mani dell'assenza di piacere : i crampi dovuti a bicchierate di latte gelido o a vino ingerito in quantità industriali fanno sussultare il nostro colon , con squarci di iper - vita : ecco che giungono prepotenti i ricordi della cattiva alimentazione ,del freddo , del mascarpone avariato ; ecco i propositi di dieta bilanciata a base di riso , le promesse di astemia forzata - siamo nelle mani di un desiderio di Condotta - altra , siamo nelle regole siamo - ancora e più decisamente nel REALE , i dolori tipo martora partoriente ci ricordano che siamo fragili , momentanei , anche le letture (tanto amate in condizioni "normali") si fanno impossibili , leggiamo male e sempre la stessa riga (l'elemento preghiera , con la sua ripetizione si fa vivido) , apriamo l'acqua del bidet per deamplificare il tuono sconnesso che ci esce dal culo (lontananza uditiva come assenza di dolore);
il post diarrea è - se possibile - ancora peggiore.
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